A Palazzo Chigi è fissata una riunione tecnico-politica per effettuare le scelte definitive sulle ultime modifiche da presentare in Aula al Senato al decreto sblocca-cantieri. I tempi sono strettissimi, il Dl scade il 17 giugno ed è ancora al primo passaggio parlamentare. Tra l’altro, questo testo rappresenta, insieme al Dl crescita, uno dei provvedimenti chiave per il tentativo dell’esecutivo di ridare un po’ di ossigeno all’economia. Ma è anche uno dei “vigilati speciali” della Lega, che, forte dei consensi ricevuti dalle urne, punta forte sulla realizzazione delle grandi opere, oltre che sul taglio delle tasse e sul capitolo-autonomie. Anche per questo motivo dalla riunione odierna a Palazzo Chigi potrebbe uscire un primo segnale sui nuovi rapporti di forza nella maggioranza. Con il Carroccio già deciso ad accendere il semaforo rosso su uno dei ritocchi targati M5S: l’estensione del controllo preventivo della Corte dei conti sulle opere. Una misura che, come anticipato il 26 maggio dal Sole 24 Ore, avrebbe dovuto rappresentare, nelle intenzioni dei Cinque stelle, la soluzione a uno dei problemi più evidenti per la realizzazione dei lavori: la paralisi della firma dei funzionari pubblici anche per il timore di dover rispondere di danno erariale alla magistratura contabile. E questo non è il solo “no” che si accinge a pronunciare la Lega: lo stop potrebbe arrivare anche sulla cosiddetta “mini-tassa” sulle gare, proposta dal ministro Danilo Toninelli. Il prelievo dello 0,2% sul valore delle gare da devolvere a titolo di ristoro alle imprese in crisi non ha mai convinto il Carroccio. Che invece punta su un altro fronte spingendo su un ampliamento della rigenerazione urbana per i centri storici: “sì” al restauro degli immobili “vincolati” e all’introduzione della pubblica utilità. La partita post-elettorale si giocherà anche al prossimo vertice di governo, con la Lega che punta ad ottenere l’ok per il varo del decreto sicurezza bis al primo Consiglio dei ministri utile. In Parlamento i nuovi rapporti di forza verranno misurati anche sul Dl crescita, al vaglio della Camera. Intervenendo ieri a Radio24 il viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia ha lanciato ai Cinquestelle un messaggio inequivocabile: i “no” devono diventare “sì”, sulla Tav ma anche sul decreto crescita. «Ci veniva detto di “no” su cose per noi logiche – ha affermato Garavaglia -: la riduzione ulteriore dell’Ires al 20%, la riduzione dell’Imu sui capannoni e la stabilizzazione delle riduzione del premio Inail per farlo diventare eterno».

A cura di Quotidiano Enti Locali e PA (Sole 24 Ore) del 28/05/2019 – autore MARCO MOBILI, MARCO ROGARI