“Le centrali di committenza regionale impiegano da 120 a 642 giorni per aggiudicare un appalto con la procedura aperta; da 30 a 210 con la procedura negoziata; si colloca al 31,5% il ribasso medio di aggiudicazione; fra le più virtuose quelle di Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. Sono questi gli elementi che si possono trarre, rispetto al funzionamento delle centrali di committenza regionali, dalla lettura della relazione dell’Anac presentata a Governo e Parlamento nel mese di giugno.

I dati dell’Autorità anticorruzione derivano da una indagine conoscitiva svolta nel 2018 sui soggetti aggregatori regionali con la finalità di implementare ed applicare il set indicatori di efficienza, efficacia ed economicità In particolare l’Anac ha guardato a una serie di parametri quali: il costo per risorsa (rapporto tra costo della struttura e il numero degli addetti alla struttura); costo per gara (rapporto tra il costo degli addetti della struttura e il numero delle gare); incidenza del costo della struttura in termini di costo del personale sull’importo delle gare bandite; durata media delle gare del 2017; indice di aggressività del mercato nazionale; indice di aggressività del mercato regionale; ribasso medio di aggiudicazione. La non omogeneità dei dati raccolti mediante specifiche richieste dai soggetti aggregatori regionali non ha permesso di redigere una mappatura omogenea della loro attività contrattuale, ma ha permesso di ottenere un primo quadro conoscitivo significativo rivelante un variegato grado di efficienza ed economicità dei vari soggetti. In particolare l’analisi effettuata dall’Autorità nazionale anticorruzione ha evidenziato come la domanda espressa dal mercato nazionale dei servizi e forniture, compresi nelle categorie merceologiche individuate nel dpcm 24 dicembre 2015, è stato coperto per quasi il 90% dai soggetti aggregatori regionali. Dal punto di vista della aggregazione della domanda, in termini di valore economico delle procedure di gara bandite su tutto il territorio nazionale da parte dei Soggetti aggregatori, si può notare un diversificato grado raggiunto con differenze rilevanti, verosimilmente legate sia alle caratteristiche del territorio sia alle diverse caratteristiche organizzative, evidenziando una forte correlazione fra performance dell’organizzazione della struttura ed i risultati raggiunti. Ciò è stato rilevato in particolare nelle strutture organizzative già operative da numerosi anni quali quelle presenti in Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna.

Dai dati elaborati sono individuabili forti criticità con riferimento alla durata media delle procedure di gara; il tempo medio per l’espletamento di procedure aperte oscilla da un massimo di 642 giorni ad un minimo di 120 giorni, mentre per le procedure negoziate, la forbice si pone tra un massimo di 210 giorni ed un minimo di 30 giorni.

Dal punto di vista delle economie di scala raggiunte, l’Anac segnala come per il complesso dei soggetti aggregatori regionali, a fronte dell’importo complessivo a base d’asta di quasi 26 miliardi per le gare bandite ed aggiudicate il corrispondente valore di aggiudicazione è stato pari a circa 19 miliardi con una percentuale media di ribasso ottenuto pari al 31,57%.

L’utilizzo del set di indicatori definito ha consentito la valutazione della performance raggiunta anche nell’ambito di gare pubbliche aventi per oggetto categorie merceologiche non comprese in quelle del dpcm del 24 dicembre 2015, ma sull’attività contrattuale e gestionale in generale.”

fonte: Italia Oggi