Nelle gare d’appalto cresce l’attenzione della p.a. per la qualità e sostenibilità sociale e ambientale. Le amministrazioni aggiudicatrici italiane, in sede di previsione di regole di gara, riconoscono sempre più rilievo a elementi qualitativi come il rispetto dell’ambiente, dei diritti e di una giusta remunerazione dei lavoratori, rispetto al prezzo. Lo rivela uno studio promosso dall’Osservatorio appalti pubblici presso la facoltà di giurisprudenza di Trento e dalla Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università Bocconi e dell’Università di Pavia. L’analisi, presentata ieri, a Roma, nel corso dell’Assemblea nazionale dell’Alleanza delle coop, è stata svolta su 700 bandi delle p.a. tra gennaio e luglio 2019, su lavori per oltre 2 mln di euro e servizi superiori a 750 mila euro. Risultato: è aumentata la propensione delle stazioni appaltanti a riconoscere all’offerta tecnica più di 70 punti su 100 (il «plafond» minimo di legge). Dai dati emerge che nei lavori il peso al progetto, fra 70 e 80 dei punti disponibili, è stato rilevato nell’83,33% dei bandi esaminati; oltre gli 80 punti nel 13,19%. Nei servizi, l’incidenza del progetto fra 70 e 80 punti è ancora maggiore, perché presente nell’88,73% dei bandi esaminati, mentre oltre gli 80 nell’8,20%. La ricerca ha infine tracciato l’incidenza sul costo del lavoro dei criteri on/off, non discrezionali tabellari e quantitativi, previsti dall’Anac, la cui applicazione generalizzata rischia di trasformare il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa in un massimo ribasso «mascherato».

Fonte: Italia Oggi – Giusy Pascucci