“Il decreto sblocca cantieri avvia l’archiviazione del vecchio sistema, fatto di linee guida e diversi regolamenti attuativi, a favore di un assetto più semplice, che dovrebbe favorire la chiarezza per gli operatori. Ma che, a conti fatti, rischia di generare molte incertezze: la lunga fase transitoria verso la quale andiamo potrebbe portare alla nascita di un nuovo assetto di regole molto stratificato. Il Dl 32/2019 affida al ministro delle Infrastrutture, di concerto con il Mef e sentita la Conferenza Stato Regioni, il compito di preparare entro 180 giorni «un regolamento unico recante disposizioni di esecuzione, attuazione e integrazione» del Codice appalti. Si tratta di un cambio di rotta deciso rispetto all’impostazione del D.lgs 50 del 2016: si passa, infatti, da un sistema flessibile a un assetto più vincolante.

Oltre a gettare le basi per un provvedimento unico, lo sblocca cantieri attiva una fase transitoria molto delicata: restano, infatti, in vigore e restano pienamente efficaci decreti e linee guida già approvati «fino alla data di entrata in vigore del regolamento», purché siano compatibili con il codice e non siano oggetto della procedura di infrazione già formalizzata nei confronti dell’Italia. «Ai soli fini dell’archiviazione delle citate procedure di infrazione, nelle more dell’entrata in vigore del regolamento», Governo e Anac potranno modificare «rispettivamente i decreti e le linee guida adottati in materia». Si tratta di una previsione che, nella pratica, potrebbe generare diversi problemi. Anzitutto, perché il vecchio impianto di normazione secondaria potrebbe restare in vita per lungo tempo, in attesa del regolamento unico.

Ed è un impianto il quale fa riferimento a principi diversi rispetto al decreto sblocca cantieri e che, come detto, potrà essere modificato solo in casi piuttosto limitati. Non solo. Il regolamento sostituirà alcune disposizioni che vengono puntualmente elencate nel Dl 32/2019. Da un’analisi approfondita, però, emerge che non tutti gli aspetti del Codice finiranno nel regolamento unico. Accadrà, ad esempio, per le linee guida in materia di grave illecito professionale: un tema molto delicato per le imprese che continuerà ad essere regolato dalla soft law. E questa scelta vale anche per altri aspetti, ad esempio sui partenariati pubblico privati. Insomma, l’effetto finale del decreto sblocca cantieri, nonostante le premesse, potrebbe essere una forte stratificazione delle norme che gli operatori dovranno utilizzare in materia di appalti.”

A cura di Il Sole 24 Ore del 03/07/2019